"D-DAY LO SBARCO IN NORMANDIA noi Italiani c'eravamo"

"D-DAY LANDING IN NORMANDY us Italians were there"

WALTER CHIARI

IL FATTO. SI OFFRÌ VOLONTARIO AI TEDESCHI E FU ASSEGNATO ALLE DIFESE IN NORMANDIA. SPARÒ CON UNA MITRAGLIATRICE ANTIAEREA AGLI ALLEATI CHE SBARCAVANO
E LA WEHRMACHT

03/06/2009

Zoom Foto

Anfibi alleati sbarcano sulle coste della Normandia: è il 6 giugno 1944

C'era anche Walter Chiari a combattere contro gli americani il 6 giugno 1944, il giorno dello Sbarco in Normandia. L'attore, morto a Milano il 20 dicembre 1991, era nato a Verona l'8 marzo 1924, figlio di un questurino.
Nel 1943, a Norimberga, dopo avere aderito alla Repubblica Sociale Italiana, insediata a Salò, Chiari conobbe il tenente Danilo Bregliano, un ufficiale ligure che dopo l'8 settembre aveva accettato «l'invito» dei tedeschi di combattere a loro fianco. Chiari collaborava come vignettista umoristico al settimanale «L'Orizzonte della X MAS».
Così aveva fatto anche Walter Annichiarico (questo il vero nome dell'artista veronese). La vicenda sarà raccontata in ogni dettaglio durante la proiezione in prima nazionale di un documentario storico inedito sullo sbarco in Normandia che verrà proiettato -a ingresso libero- al Circolo Ufficiali di Castelvecchio di Verona venerdì 5 giugno alle 21. Autore dell'opera il regista veronese Mauro Quattrina, che qualche mese fa aveva proposto, sempre al Circolo Ufficiali, un lavoro sui «Combat Film», i documentari che hanno seguito l'avanzata degli alleati in Italia e lo scorso gennaio la retrospettiva «Da Pippo al soldato John» sulla seconda guerra mondiale, molto apprezzata dal pubblico.
«Sembra impossibile ma furono moltissimi i compatrioti che combatterono nel famoso D-Day», racconta Quattrina. Molti erano i prigionieri catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre che avevano scelto di collaborare con l'esercito del Terzo Reich. La loro prospettiva di vita sarebbe stata migliore di quella in un campi di concentramento. Furono destinati a costruire fortini e bunker. Alcuni soldati veneti provenivano dal battaglione Trento, catturato a Grenoble. Altri avevano aderito alla Repubblica Sociale di Salò e combatterono contro gli angloamericani vicino a Saint-Malo. Il documentario racconta che altri italiani presero parte ai combattimenti nelle file della squadra antiaerea tedesca, fra questi l'attore veronese, che riportò anche una leggera ferita alla fronte. La testimonianza sulla partecipazione di Annichiarico al D-Day è stata raccolta dal tenente sanremese Bregliano, protagonista del filmato, giovane ufficiale dell'esercito italiano catturato in Sardegna dopo l'armistizio e da qui portato in un campo di addestramento in Germania, esattamente a Norimberga. Messo davanti all'alternativa di restare prigioniero come traditore (così venivano considerati i soldati e gli ufficiali italiani dopo l'armistizio) o entrare nella Werhmacht, Bregliano aveva scelto la seconda ipotesi. Tuttora vivente, è stato rintracciato da Quattrina e ha raccontato la sua storia insieme a molti altri inediti testimoni di vista vissuta che il regista scaligero ha rintracciato grazie a un appello lanciato sui telegiornali della Rai. «Il mio documentario», spiega l'autore, «metterà in luce aspetti inediti dello sbarco in Normandia, compresa la scelta filotedesca di Walter Chiari che a Norimberga si presentò a Bregliano chiedendo di combattere insieme ai tedeschi».
Nel documentario il tenente ligure racconta che Walter Chiari era addetto ad una batteria antiaerea. «I cannoni tedeschi venivano utilizzati ad alzo zero per colpire i mezzi da sbarco anglomericani o puntati contro gli aerei nemici», spiega Quattrina. E aggiunge: «Nonostante la pericolosità dell'incarico i testimoni diretti mi hanno raccontato di quanto l'attore fosse spiritoso e divertente, un autentico compagnone che allietava la truppa con barzellette spassose, anche nei momenti più drammatici». Dopo lo sbarco, Bregliano e Chiari rientrarono in Italia attraverso la Svizzera. «Il primo», racconta Quattrina, «si finse prigioniero di guerra dei tedeschi e riuscì a ottenere un permesso dal Cnl per tornare a casa sua, a Sanremo. Chiari finì invece a Coltano, in Toscana, vicino Pisa, nello stesso campo di concentramento dove furono imprigionati Raimondo Vianello e il poeta Ezra Pound».
Danilo Castellarin

Danilo Castellarin

 
 

Mauro Vittorio Quattrina con Tatti Sanguineti

Ho conosciuto Walter Chiari agli inizi degli anni '80 quando fui premiato come migliore cantautore veronese al palazzo dei Congressi di Garda. Quel giorno Walter, mi fece pubblicamente i complimenti, e mi ricordo benissimo le sue parole: "Mi è piaciuto moltissimo questo ragazzone per il suo modo di presentarsi e per la qualità della sua musica...".
Mai avrei pensato che trent'anni dopo realizzando il documentario "D-Day: noi italiani c'eravamo", Walter, che, come  primo, scoprii partecipare ai combattimenti in Francia, venisse a far parte di un mio lavoro. Lavoro che è stato preso in considerazione dall'amico Tatti Sanguineti, regista, attore (per es. : "El Alamain" e autore televisivo e storico del cinema italiano, che mi ha contattato relativamente alla biografia su Walter Chiari (di cui Tatti era amicissimo) per quanto racconto di Walter nel documentario "D-Day noi italiani c'eravamo". Un grande personaggio con il quale diventare amici è facile e che mi ha inserito come fonte nella sua monumentale biografia su Walter. (per inciso le mie ricerche sono state proprio ultimamente confermate storicamente)
Non solo ma grazie alle mie ricerche sono citato nei titoli di coda della trasmissione special sulla vita di Walter su LA7.

 

«Il D-Day, noi italiani c'eravamo»

 

 

 ALA. Proseguono i filmati di "Appuntamenti con la storia" proposto dall'associazione storico-culturale Memores. Dopo il grande successo di "Tunnel factories", venerdì alle 20.30 nell'auditorium della Cassa rurale di Ala sarà proiettato "D-Day noi italiani c'eravamo". Anche questo filmato è firmato dal regista Mauro Vittorio Quattrina, che sarà presente in sala per rispondere alle domande e alle curiosità del pubblico. Si tratta della prima ricerca documentaristica al mondo sulla presenza degli italiani in Normandia durante lo sbarco del 6 giungo 1944. Con testimonianze assolutamente inedite e documenti unici, il documentario narra questa incredibile storia dimenticata dai libri di storia. Un tema che viene affrontato per la prima volta e che non è assolutamente secondario rispetto al più famoso sbarco in Normandia, se si pensa che la cifra stimata della presenza italiana è di circa 20.000 uomini. Un appuntamento da non perdere, sia per la sua unicità sia per la ricchezza dei contenuti.

D-Day noi italiani c'eravamo
conferenze & convegni
12 novembre 2010

D-Day noi italiani c'eravamo

Ala, 12 Novembre 2010 ore 20.30, Auditorium della Cassa Rurale Bassa Vallagarina

Seconda serata di “Appuntamenti con la storia” 2010 – 2011.

In questo secondo appuntamento proietteremo il filmato “D-Day noi italiani c'eravamo” di Mauro Vittorio Quattrina.
Questo documentario è la prima ricerca documentaristica al mondo che tratta della presenza degli italiani in Normandia durante lo sbarco del 6 giungo 1944. Con testimonianze assolutamente inedite e documenti unici, il documentario narra questa incredibile storia dimenticata dai libri di storia. Per la prima volta viene affrontato questo tema, non secondario dello sbarco in Normandia, se pensiamo che la cifra stimata della presenza italiana certa può essere di circa 20.000 presenze mentre taluni arrivano fino a 40.000 nelle più svariate situazioni.Alla serata sarà presente anche il registra Mauro Vittorio Quattrina: regista - documentarista - autore - scrittore - compositore - consulente storico

 

Nato Verona il 9 gennaio 1957.

Inizia l'attività professionale come Copy Writer ideando molte campagna pubblicitarie.

Nel 1984 da vita allo Studio IL VOLO.

Crea campagne pubblicitarie e segue clienti come Paulani, Giovanni Rana portando il marchio Rana per la prima volta in televisione a livello nazionale, Eismann, dal Colle, Fiera Milano, Biasia, Mipel, Giramondo Viaggi, Federottica, Oxo, Vileda...

Link consigliato: mauroquattrina.jimdo.com
valdifiemme

  

FILM DOCUMENTARIO:

D DAY – LO SBARCO IN NORMANDIA. “Noi italiani c’eravamo

di Mauro Vittorio Quattrina con le testimonianze di reduci trentini

e del teserano Vladimiro Delladio

 

Il documentario racconta della presenza italiana in Normandia prima e durante lo sbarco. Italiani che si insediarono in Normandia appena finita la prima guerra mondiale e che lavorarono sulla costa alla costruzione di varie strutture, e che, anni dopo, vissero lo sbarco in prima persona. Italiani prigionieri di guerra italiani che, dopo l'armistizio dell’8 settembre 1943, scelsero di lavorare per i tedeschi. Moltissimi, specialmente del battaglione Trento, finirono sulle coste della Normandia a costruire bunker e trincee e a riparare i danni dei bombardamenti agli aeroporti tedeschi. Italiani combattenti che entrarono nella Wermacht e nella Luftwaffe, specialmente nelle batterie antiaeree, e in Normandia combatterono fino alla fine della guerra.

 

Tesero – Sala Bavarese del Teatro comunale – Venerdì 6 novembre 2009 – ore 20.30 - Ingresso libero

Interverrà il regista Mauro Vittorio Quattrina

con la collaborazione dell'Associazione culturale Storia Viva di Verona

 

 
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Notizie - Latina

Cisterna

«Vela»: documentario sullo sbarco di Normandia per ricordare Cappelletti

APRILIA Una serata per ricordare Nando Cappelletti, l'esponente politico pontino de «La Destra» recentemente scomparso, è stata organizzata per lunedì 26 ottobre, alle 18:30, presso la Sala Parrocchiale della Parrocchia di San Francesco a Cisterna.


L'iniziativa, dell'associazione culturale «Vela Tricolore», rientra nella manifestazione «L'Anno della cultura impopolare», che inizierà proprio il 26 ottobre quando verrà presentato il documentario «D-Day. Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c'eravamo», del regista Mauro Vittorio Quattrina. Il documentario racconta, notizia a molti sconosciuta, la presenza dei reparti italiani in Normandia nei giorni dello sbarco del giugno 1944. Il regista si è servito di decine di video interviste inedite. Di notevole interesse è quella registrata nell'estate 2008 ad un reduce ligure della Repubblica di Salò, presente sul fronte dell'operazione Overlord: il tenente Danilo Bregliano. Ma si potrà anche scoprire che sulla costa della Normandia, presente tra gli altri, c'era anche l'attore Walter Chiari, allora vignettista umoristico del settimanale «L'Orizzonte della X MAS. Il documentario - spiega la «Vela Tricolore» - è un piccolo tassello, un onesto contributo alla ricerca della verità storica e Nando, uomo di grande onesta intellettuale e innamorato della verità, da dove ci guarda adesso, sicuramente lo apprezzerà».

 

18/10/2009

Mercoledì 08.12.2010 ore 17.45

D-Day, lo sbarco in Normandia


di Fabrizio Montanari

6 giugno 1944

Da tempo i tedeschi sono al corrente di un imminente sbarco alleato in Europa, ma non sanno quando e dove avverrà. L’operazione di depistaggio battezzata “Fortitude” ha, infatti, pieno successo. Hitler è convinto che lo sbarco in Normandia sia solo un diversivo per coprire la vera operazione a Calais. L’obiettivo degli anglo-americani a suo giudizio sarebbe quello di occupare la Ruhr. Tutti i dispacci e le notizie diverse vengono di conseguenza destituite di fondamento e ignorate.

La realtà è ben diversa. Nella notte fra il 5 e il 6 giugno del 1944 prende il via l’operazione “Overlord”. Salpano 6697 navi con 86 divisioni e appoggiate da 14600 aerei lasciano i porti inglesi diretti in Francia. Si tratta della più gigantesca operazione aeronavale della storia. I comandanti Alleati sono il generale Eisenhower per gli americani e il fedmaresciallo Montgomery per gli inglesi. Si apre in sostanza, con il consenso dei russi, il secondo fronte nel cuore dell’Europa, che sarà decisivo per mettere fine al conflitto e per assicurare la presenza occidentale al momento della ricostruzione dell’Europa.

Le forze tedesche, guidate da Gerd von Rundstedt e Erwin Rommel, essendo inferiori per numero di soldati e di mezzi a disposizione, hanno fortificato la costa con il “Vallo Atlantico” in cemento armato, con migliaia di cannoni e munito le spiagge di mine anticarro. Nonostante la disparità delle forze in campo e i ritardi di comunicazione tra il fronte e Berlino, la reazione tedesca è fortissima così come è alto il costo in vite umane degli Alleati (54000 morti, 18000 dispersi e 155000 feriti). Incredibile a dirsi e a credersi ma, quando giunge la notizia a Berlino Hitler sta dormendo e nessuno osa svegliarlo. Così gli ordini ufficiali di contrattaccare arrivano solo nel pomeriggio.

Gli americani sbarcano nei pressi di Carentan e di Vierville, gli inglesi e i canadesi nei pressi di Arromanches, Courseulles e Lion-surMer. Famose resteranno le spiagge di Omaha e Utah. Molte compagnie di paracadutisti sono intanto lanciati nelle retrovie. Con loro ci sono anche i francesi di De Gaulle e una compagnia di ebrei con la bandiera di Israele.

Al termine della prima giornata di scontri gli Alleati sono saldamente insediati sul territorio francese e iniziano ad avanzare lentamente verso la Germania. Ma per arrivare a Berlino e sconfiggere il terzo Reich occorreranno ancora dieci terribili mesi.

Robert Capa è stato uno dei pochi registi a riprendere direttamente quegli avvenimenti e le poche immagini giunte fino a noi danno un’idea della violenza degli scontri.

Tra i film di successo vanno ricordati: “Il giorno più lungo” (1962); “Operazione Overlord” ((1975); “Salvate il soldato Ryan” (1998); “L’alba del D-Day” (2004); “D-Day - noi italiani c’eravamo” (doc. di M.V. Quattrina del 2009).
Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
Anteprima nazionale del documentario: “D-Day. Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c’eravamo”      
Scritto da Redazione   
giovedì 04 giugno 2009

Anteprima nazionale del documentario

“D-Day. Lo sbarco in Normandia.

Noi italiani c’eravamo”

 

 

 

 

del regista Mauro Vittorio Quattrina.

 

Venerdì, 5 giugno 2009

ore 20.45

presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito Italiano

di Castelvecchio di Verona.

 

Il regista Quattrina si è servito di una delle centinaia di video interviste inedite realizzate dal Centro Studi Rsi di Salò grazie al finanziamento della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Si tratta dell'intervista registrata nell’estate 2008 ad un reduce ligure della Repubblica di Salò, presente sul fronte dell’operazione Overlord: il tenente Danilo Bregliano, presente sulla costa della Normandia insieme – tra gli altri - all’attore Walter Chiari, allora vignettista umoristico al settimanale «L’Orizzonte della X MAS».

Vi aspettiamo!

Ultimo aggiornamento ( giovedì 04 giugno 2009 )

http://cultura.panorama.it/cinema/sbarco-normandia-film

 

5 film sullo Sbarco in Normandia

A settant'anni da quel 6 giugno 1944, ecco alcuni cult o pellicole meno note che hanno raccontato l'operazione Overlord

5 film sullo Sbarco in Normandia

Henry Fonda nel film "Il giorno più lungo"

Credits: Mondadori Portfolio

di Simona Santoni

Ore 6.30 del mattino del 6 giugno 1944, un martedì, il D-Day: l'operazione Overlord (questo il nome codice) aveva atto. Per invadere la Germania nazista le truppe alleate aprivano un secondo fronte in Europa, sulle coste della Francia settentrionale: lo Sbarco in Normandia.

Quella che è stata la più grande invasione anfibia della storia, in cui si tesseva il destino dell'Occidente e di tante vite, non poteva non affascinare l'immaginario cinematografico, generando alcune pellicole cult, altre meno note ma utili a rievocare l'orrore della guerra e l'atmosfera di quel momento topico.

Settant'anni dopo, ecco 5 film sullo sbarco in Normandia.

1) Il giorno più lungo (1962) di Ken Annakin, Andrew Marton, Bernhard Wicki

Tratto dal libro omonimo di Cornelius Ryan, fu diretto a più mani: il britannico Annakin girò gli esterni in Inghilterra, lo statunitense Marton quelli in America, l'austriaco Wicki effettuò le riprese in Germania. Il titolo si rifà a una frase pronunciata dal feldmaresciallo Erwin Rommel: "Le prime ventiquattr'ore dell'invasione saranno decisive... [...] Per gli Alleati e per la Germania sarà il giorno più lungo". È lungo anche il film: 3 ore.

Kolossal di guerra fragoroso che garantisce spettacolo e alcune sequenze memorabili, ha arruolato un cast di ben 44 attori di varie nazionalità, tutti apprezzati, tra cui spiccano John Wayne, Robert Mitchum, Henry Fonda, Richard Burton, Sean Connery.

Si concentra sul D-Day e sui giorni immediatamente precedenti, mostrando i diversi punti di vista e le decisioni prese dai generali dei due schieramenti belligeranti.

Ha vinto due Oscar, per gli effetti speciali e per la fotografia in bianco e nero e CinemaScope del francese Jean Bourgoin.

 2) Salvate il soldato Ryan (1998) di Steven Spielberg

Spielberg dirige con virtuosismo tecnico unico, pur tra stereotipi narrativi (i tedeschi son tutti cattivi). Il film è estremamente efficace, crudo e realistico nelle scene di battaglia, soprattutto nelle sequenze iniziali dello sbarco a Omaha Beach. È come al solito potente l'interpretazione di Tom Hanks, nei panni del capitano americano John Miller, che guida i soldati pronti allo sbarco in Normandia. Nel corso dell'operazione riceve l'ordine di portare il suo drappello oltre le linee nemiche per trovare e salvare il soldato Ryan (Matt Damon), l'unico sopravvissuto di quattro fratelli.

Cinque Oscar, uno alla regia e gli altri tecnici (sonoro, fotografia, montaggio).

 3) Operazione Overlord di Stuart Cooper (1978)

Film inglese in bianco e nero, ha vinto l'Orso d'Argento al Festival di Berlino. È ricco di materiale d'archivio, girato in missioni di addestramento britannico e durante l'invasione stessa. La camera segue un giovane ragazzo britannico, Tom Beddows (Brian Stirner), chiamato alle armi. Ma la vita militare non fa affatto per lui. Rimane affascinato da una ragazza, che però non fa in tempo a rivedere una seconda volta. Costretto a partire per la Normandia, in viaggio è tempestato da incubi premonitori: al momento dello sbarco è il primo soldato a morire sulla spiaggia francese di Sword Beach, una delle tante vittime.

Un classico austero, sobrio e poco noto sugli orrori della guerra e su un antieroe, che ha pagato comunque con la vita come tanti eroi.

 4) D-Day - Noi italiani c'eravamo di Mauro Vittorio Quattrina (2009)

Storico e regista impegnato nella ricerca delle vicende belliche che hanno segnato la storia italiana, Quattrina in questo documentario racconta, attraverso interviste ai reduci, foto e filmati d'epoca, la partecipazione dei nostri connazionali al D-Day. Il punto di vista è doppio: c'è quello degli italiani arruolati nelle fila alleate, ma anche quello degli italiani schierati volontariamente o per forza maggiore nelle truppe tedesche.

Nel filmato una testimonianza racconta che anche Walter Chiari, l'attore, era tra i soldati che combatterono contro gli americani il 6 giugno 1944.

 5) L'alba del D-Day (2004) di Robert Harmon

In questo film tv americano si vede il celebre "baffetto" Magnum PI come non siamo abituati a vederlo: Tom Selleck è Dwight Eisenhower, prima che divenisse presidente degli Stati Uniti, all'epoca generale a cui il presidente Roosevelt assegnò il comando dello sbarco in Normandia, dopo lunghe e complesse discussioni tra i dirigenti politico-militari anglosassoni.

La pellicola segue proprio le varie fasi dell'elaborazione della strategia, tra conflitti tra alti gradi militari e sforzo comune.

 

 

Anche RADIO VATICANA

http://it.radiovaticana.va/news/2014/06/06/a_70_anni_dal_d-day_in_normandia_il_messaggio_del_papa/1101431

 


05/06/2009 - Lo Sbarco in Normandia Noi italiani c'eravamo - news inserita da Fal

In occasione del 65° anniversario dello sbarco in Normandia, numerose sono state le iniziative a ricordo di quel fatidico “D-Day” che cambiò le sorti della II° Guerra mondiale; il sacrificio di migliaia di soldati arrivati d’oltreoceano che sfondarono le linee fortificate tedesche della Francia occupata, in una delle operazioni belliche più grandi a memoria d’uomo, ha da sempre destato l’interesse e scosso i cuori di tutti, dagli storici, alla gente comune.
Parrebbe ormai che in sessantacinque anni tutto sia stato detto e ridetto su quel giorno… ma la continua opera degli appassionati riserba talvolta delle novità, fatti che pochi conoscono spesso dimenticati per timore, per comodità o semplicemente perché non sono stati raccontati. Vicende lontane nel tempo che vanno riscoperte e raccontate, una ad una, perché solo in questo modo si può avere quella visione d’insieme che ci aiuta a capire il “perché” di fatti terribili e sconvolgenti come la guerra.
Il 6 Giugno anche noi italiani lo abbiamo ricordato, non solo perché un tale evento non va certo dimenticato, ma anche perché il fatto, pochi sanno, ci riguarda da vicino.
Il regista Mauro Vittorio Quattrina, da anni impegnato nella ricerca delle vicende belliche che hanno indelebilmente segnato la storia del nostro popolo, ha presentato in anteprima nazionale presso il circolo Ufficiali di Castelvecchio a Verona, il documentario “D-Day lo sbarco in Normandia noi italiani c’eravamo”. Straordinario lavoro che racconta, attraverso interviste ai reduci, foto e filmati d’epoca, la partecipazione dei nostri connazionali al D-Day, arruolati sia nelle fila americane, che, volontariamente o costretti per “ragioni di forza maggiore”, in quelle tedesche.
Questa serata dedicata al ricordo ha sicuramente riscosso grande successo vista l’ampia affluenza di pubblico; erano presenti, oltre a numerosi curiosi, alcuni reduci del conflitto che hanno raccontato con emozione, quel terribile 6 Giugno.
Noi della Brigata Bengasi insieme al GGARG, invitati all’anteprima, abbiamo preso parte alla serata presentando le principali uniformi in dotazione all’esercito americano nella II° Guerra mondiale, intrattenendoci a fine proiezione, per rispondere alle curiosità dei presenti e stringere in un abbraccio fraterno i reduci che ben ricordavano le uniformi che avevamo addosso… Un doveroso ringraziamento a Mauro Vittorio Quattrina per averci dato la possibilità di partecipare ad un evento speciale che segue perfettamente la nostra filosofia della ricerca e del recupero di tutte quelle vicende, note o poco note, che fanno parte della nostra storia. Fal.

D-Day, c’era anche Walter Chiari. Ma combatteva con i tedeschi

 
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walterchiariRoma, 6 giu - All’alba del 6 giugno di 70 anni fa, sul tratto normanno della costa francese, agli ordini del generale statunitense Dwight D.Eisenhower le truppe alleate procedevano a quello che la storia conoscerà come “D-Day“, lo sbarco in Normandia.

Ciò che è meno noto alla storia, e che un documentario del 2009 di Mauro Vittorio Quattrina intitolato D-Day - Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c’eravamo ha invece raccontato con dovizia di particolari, è che dall’altra parte della barricata, insieme alle truppe tedesche impegnate a difendersi dall’attacco alleato erano presenti moltissimi soldati italiani. In qualche caso si trattava di prigionieri dei tedeschi ai quali era offerta questa chance per la liberazione, in molti altri di volontari arruolatisi per difendere le sorti dell’Asse. Tra questi ultimi, come il documentario racconta, il famoso attore Walter Chiari, scomparso nel 1991.

Di lui era già noto l’inquadramento all’inizio del 1944 nella Decima Mas con la Repubblica Sociale Italiana e la prigionia alla fine della guerra nel “Fascist criminal camp” di Coltano. Ciò che non si conosceva fino alla realizzazione, 5 anni fa, del documentario di Quattrina, era l’episodio intermedio: ovvero l’arruolamento nella squadra antiaerea tedesca impegnata nel nord della Francia.

L’episodio viene raccontato dal tenente sanremese Brigliano, in forza alla Wermacht, al quale Annichiarico (questo è come noto il vero nome dell’attore) si rivolse per chiedere di poter combattere accanto ai tedeschi. Venne inquadrato in una batteria antiaerea. «I cannoni tedeschi venivano utilizzati ad alzo zero per colpire i mezzi da sbarco angloamericani o puntati contro gli aerei nemici», spiega

il regista Quattrina. E aggiunge: «Nonostante la pericolosità dell’incarico i testimoni diretti mi hanno raccontato di quanto l’attore fosse spiritoso e divertente, un autentico compagnone che allietava la truppa con barzellette spassose, anche nei momenti più drammatici».
 

Il tenente Brigliano ha atteso anni dopo la morte di Annichiarico per raccontare l’episodio. Del resto, la stessa mai rinnegata partecipazione alla Repubblica Sociale non l’aveva certo favorito nella sua pur brillante carriera, soprattutto dopo che nel 1975, durante uno spettacolo a Genova, pronunciò una battuta che suonava così: “Quando fu appeso per i piedi a Piazzale Loreto, dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d’Italia avessero subito la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lorsignori!“, e che gli costò l’allontanamento per anni dalla televisione italiana.

Successivamente alla battaglia di Normandia Walter Chiari, che rimase leggermente ferito, fu tradotto nel campo prigionieri americano di Coltano, insieme ad altri personaggi noti, tra questi Raimondo Vianello, Dario Fo, Enrico Maria Salerno e l’olimpionico Giuseppe Dordoni, il giornalista Enrico Ameri, il regista Luciano Salce, l’orientalista Pio Filippani Ronconi, Ezio Maria Gray, Vincenzo Costa, Vito Mussolini, il deputato Mirko Tremaglia e il ¨senatore Giuseppe Turini. Non era invece imprigionato nel campo di Coltano, come viene a volte erroneamente riportato, il poeta Ezra Pound, che essendo cittadino americano e accusato di collaborazionismo e tradimento, venne invece recluso in un campo di prigionia dell’esercito statunitense ad Arena Metato (tra Pisa e Viareggio) per essere alcuni mesi dopo, nel Novembre 1945, trasferito in patria.

Cristiano Coccanari

 

Gli italiani schierati per il D-Day

Fra loro anche alcuni bergamaschi

 
Gli italiani schierati per il D-Day Fra loro anche alcuni bergamaschi

Elmetti e divise abbandonate in un campo della Normandia

Lungo la passeggiata di Omaha Beach, sulle costa della Bassa Normandia, accanto al monumento ai caduti sventolano le bandiere delle nazioni che presero parte alla epica battaglia del 6 giugno 1944.

 

Ebbene insieme alle stelle e strisce, alla foglia d’acero canadese, al giallo nero e rosso tedesco non stonerebbe un tricolore. Italiani al D-Day? Sì, c’eravamo anche noi e tra questi sembra anche diversi bergamaschi.

 

Una verità storica poco conosciuta, finalmente riportata in piena luce grazie alle ricerche del regista Mauro Vittorio Quattrina, autore del documentario intitolato appunto «D-Day lo sbarco in Normandia – noi c’eravamo».

 

«Il mio interesse per la presenza italiana al D-Day è nato in maniera casuale – spiega Quattrina, 57 anni, veronese, documentarista e consulente per la Rai – sapevo di combattenti italo-americani (i nomi sulle croci nei cimiteri francesi sono eloquenti) e di un paio di italiani che erano sbarcati insieme agli inglesi. Così è iniziata una ricerca attraverso gli archivi, sopralluoghi nei luoghi della battaglia, contatti con associazioni di reduci, ma soprattutto raccogliendo le testimonianze di chi era stato protagonista dell’evento. È emerso così che gli italiani in Normandia in quei giorni fatidici erano numerosi. Non esiste una stima precisa ma si valutano dalle 20 mila alle 40 mila presenze, in particolare veneti, trentini, friulani e anche bergamaschi».

 

Leggi di più su L’Eco di Bergamo in edicola il 5 giugno

 
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D-Day noi italiani c'eravamo
conferenze & convegni
12 novembre 2010

D-Day noi italiani c'eravamo

Ala, 12 Novembre 2010 ore 20.30, Auditorium della Cassa Rurale Bassa Vallagarina

Seconda serata di “Appuntamenti con la storia” 2010 – 2011.

In questo secondo appuntamento proietteremo il filmato “D-Day noi italiani c'eravamo” di Mauro Vittorio Quattrina.
Questo documentario è la prima ricerca documentaristica al mondo che tratta della presenza degli italiani in Normandia durante lo sbarco del 6 giungo 1944. Con testimonianze assolutamente inedite e documenti unici, il documentario narra questa incredibile storia dimenticata dai libri di storia. Per la prima volta viene affrontato questo tema, non secondario dello sbarco in Normandia, se pensiamo che la cifra stimata della presenza italiana certa può essere di circa 20.000 presenze mentre taluni arrivano fino a 40.000 nelle più svariate situazioni.Alla serata sarà presente anche il registra Mauro Vittorio Quattrina: regista - documentarista - autore - scrittore - compositore - consulente storico

 

Nato Verona il 9 gennaio 1957.

Inizia l'attività professionale come Copy Writer ideando molte campagna pubblicitarie.

Nel 1984 da vita allo Studio IL VOLO.

Crea campagne pubblicitarie e segue clienti come Paulani, Giovanni Rana portando il marchio Rana per la prima volta in televisione a livello nazionale, Eismann, dal Colle, Fiera Milano, Biasia, Mipel, Giramondo Viaggi, Federottica, Oxo, Vileda...

Link consigliato: mauroquattrina.jimdo.com
 
 

"Tipologia" del documentario: storico
 
 
 
 
NORMANDIA 1944 "NOI ITALIANI C'ERAVAMO"
di MAURO VITTORIO QUATTRINA
   
NORMANDIA 1944 "NOI ITALIANI C
prodotto da:
STUDIO IL VOLO
regia:
MAURO VITTORIO QUATTRINA
fotografia di:
  non specificato
musica di:
Franco Poggiali Berlinghieri
 
 
descrizione del documentario:

Ideato, scritto e diretto dal regista veronese Mauro Vittorio QUATTRINA; ildocumentario D-DAY LO SBARCO IN NORMANDIA "OI ITALIANI C'ERAVAMO" racconta per la prima volta in assoluto l'esperienza dei soldati e civili italiani che videro o parteciparono allo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Prigionieri italiani catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre furono impiegati per costruire le difese antisbarco, mentre altri italiani, combattrono con i tedeschi specialmente nell'antiaerea detta FLAK. Fra questi la straordinaria testimonianza del tenente Bregliano che racconta di un suo soldato chiamato Walter Annichiarico, nel dopoguerra conosciuto con il nome di Walter Chiari che, in divisa tedesca, prese parte ai combattimenti. Inoltre in Normandia erano presenti civili italiani fina dal 1919 in quanto le ditte che costruivano case e villette sulla costa della Normandia erano quasi tutte italiane. Testimonianze inedite mai raccolte prima in video in un documentario di un'ora.

 
I° Ediz. 2009 | durata 60 min. |

 

 

 

Associazione Culturale Vela Tricolore 

 

Una serata per ricordare Nando Cappelletti

 

 

La S.V. è invitata alla presentazione del documentario

 

D-Day. Lo sbarco in Normandia.

Noi Italiani c'eravamo”

 

 

Che si terrà Lunedì, 26 Ottobre 2009, alle ore 18:30 presso la Sale Parroccchiale / Parrocchia di San Francesco in Cisterna di Latina

 

La serata è organizzata per ricordare l’amico, sempre presente nei nostri cuori Nando Cappelletti

 

Introdurrà, Daniele Lembo

Comunicato Stampa

COMUNICATO STAMPA – ASSOCIAZIONE VELA TRICOLORE

 

L’Associazione culturale “Vela Tricolore”, nata a Cisterna di Latina nell’anno 2007, tutt’ora attiva sul territorio, lancia “L’Anno della cultura impopolare”, manifestazione che avrà avvio lunedì 26 ottobre 2009 con una serata dedicata alla figura di Nando Cappelletti.

Nando è stato un uomo che ha vissuto ubbidendo ad un unico padrone: i propri ideali.

Le idee di una persona si possono condividere o meno, ma una persona che è disposta a rischiare per le proprie idee non si può non additarla ad esempio.

Come dice Ezra Pound :”Un uomo che non ha il coraggio di rischiare per le proprie idee o vale poco lui o valgono poco le sue idee”.  Nando di coraggio ne aveva ed è per questo che non vogliamo dimenticarlo e, soprattutto, non vogliano che i nostri giovani lo dimentichino.

 

Nel corso della serata sarà presentato il documentario “D-Day. Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c’eravamo”, del regista Mauro Vittorio Quattrina.

Il documentario tratta di un argomento, praticamente sconosciuto: la presenza dei reparti  italiani in Normandia nei giorni dello sbarco del giugno 1944.

Il regista Quattrina si è servito di decine di video interviste inedite. Di notevole interesse è quella registrata nell’estate 2008 ad un reduce ligure della Repubblica di Salò, presente sul fronte dell’operazione Overlord: il tenente Danilo Bregliano.

Lo spettatore, grazie al documentario in questione farà numerose scoperte. La più curiosa tra tutti è che, sulla costa della Normandia, presente tra gli altri, vi era anche l’attore l’attore Walter Chiari, allora vignettista umoristico al settimanale «L’Orizzonte della X MAS».

 

Il documentario presentato è un piccolo tassello, un onesto contributo alla ricerca della verità storica e Nando, uomo innamorato della verità di grande onesta intellettuale, da dove ci guarda adesso, sicuramente lo apprezzerà. 

 

All’evento di fine ottobre, organizzato dalla VELA TRICOLORE, seguiranno presentazioni di libri e conferenze, il cui programma dettagliato dirameremo al più presto.

 

Per informazioni rivolgersi a: velatricolore@email.it

 
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Walter Chiari

Nato in una famiglia di origini pugliesi, il padre Carmelo funzionario di PS originario di Grottaglie, la madre Enza maestra elementare di Andria, trascorse l'infanzia con la famiglia ad Andria, per poi trasferirsi a Milano dove venne assunto come magazziniere all'Isotta Fraschini. In quel periodo iniziò a praticare il pugilato, diventando campione lombardo della categoria pesi piuma, nel 1939. Fu anche un provetto giocatore di tennis e campione lombardo anche nel gioco delle bocce, sport che abbandonò in seguito alle fratture alle mani, causate dallo sport pugilistico. Praticò anche il nuoto a livello agonistico, vincendo i campionati promossi dalla GIL nei 100 metri stile libero.

Abbandonati gli studi, trovò lavoro in una ditta come radiotecnico, ma fu subito licenziato, per aver fracassato tre valvole nel riparare un apparecchio. Fu assunto in una banca, ma si licenziò perché non gli piaceva e non sopportava il lavoro d'ufficio[senza fonte]. Passò quindi a svolgere la professione di giornalista, ma non riuscì neanche in questo campo, per cui si mise a fare il caricaturista. Una sera, però, alcuni suoi amici che aveva imitato lo convinsero a riprendere gli studi. Conseguì il diploma di Maturità scientifica ma, mentre stava per iscriversi all'università, scoppiò la seconda guerra mondiale. La famiglia Annichiarico risiedeva a Milano proveniente da Verona dove era nato Walter nel 1924. Ad Andria vennero sfollati per i bombardamenti da Milano con la madre e il fratello più grande. Ad Andria rimasero per qualche mese ritornando a Milano per evitare di rimanere, a causa della guerra che aveva diviso l'Italia in due, lontani dal padre.
Arruolatosi nella Decima Mas collaborò al suo settimanale con il titolo "L'Orizzonte", con una tiratura di cinquantamila copie, quale autore di vignette umoristiche con Ugo Tognazzi, aveva condotto anche programmi dai microfoni di «Radiofante», emittente milanese per le truppe della RSI. Non si sapeva invece che Chiari avesse partecipato a combattimenti, come invece era noto per altri ventenni sotto le armi in quel periodo che sarebbero diventati celebri attori. A rivelarlo è il documentario sullo sbarco in Normandia e la campagna che ne derivò dal 6 giugno 1944. Il titolo è "D-Day - noi italiani c’eravamo" del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina. Dopo la Liberazione fu prigioniero nel campo di Coltano, vicino a Pisa. Una sera del gennaio 1944 si trovava con amici al teatro Olimpia di Milano (oggi scomparso, si trovava in Largo Benedetto Cairoli) durante un concorso per dilettanti. Ad un tratto i suoi compagni lo sollevarono scaraventandolo sul palcoscenico. Una volta davanti al pubblico non poté far altro che esibirsi in due "numeri" che con gli amici riscuotevano sempre successo: l'imitazione di Hitler e la gag del balbuziente che cerca disperatamente di ordinare una granita in un bar. Il pubblico apprezzò quella esibizione euforicamente, decretandogli un caloroso applauso e un successo pressoché istantaneo.

Nel 1946 ottiene la sua prima parte di rilievo in teatro grazie a Marisa Maresca, che lo inserisce nello spettacolo Se ti bacia Lola. Di qui ha inizio una lunga carriera nel teatro di rivista dove, oltre che per la bella presenza, si fa notare per le innate capacità d'improvvisazione. Partecipa agli spettacoli Simpatia (1947), Allegro (1948) e Burlesco (1949). Nel 1950 diventa primo attore in Gildo con Miriam Glori, nel 1951 in Sogno di un Walter con Carlo Campanini e Dorian Gray, e nel 1952 consolida il suo successo con Tutto fa Broadway con Lucy D'Albert e Carlo Campanini.

Inoltre si afferma anche come autore di testi nei successivi spettacoli Controcorrente (1953) di Metz, Marchesi e Chiari, e Saltimbanchi (1954) di Chiari, Silva e Terzoli.

Nel frattempo esordisce nel cinema con Vanità, diretto da Giorgio Pàstina nel 1946, in cui è calato in un personaggio drammatico curiosamente doppiato da Alberto Sordi, con il quale vince il prestigioso premio "Nastro d'argento" . Molto più noti sono i successivi ruoli in film-commedia come Totò al giro d'Italia (1948) e I cadetti di Guascogna (1950), in cui lavora con l'esordiente Ugo Tognazzi.

Nel 1951 Luchino Visconti gli offre il ruolo del giovanotto cialtrone, modesto dongiovanni di borgata, in Bellissima, a fianco di Anna Magnani; questo ruolo, citatissimo dalla critica, è fonte di grandi soddisfazioni artistiche, ma Walter continua nel teatro leggero, nella commedia musicale (in coppia con Delia Scala nel 1956 con Buonanotte Bettina e nel 1958 con Il gufo e la gattina, e nel 1960 insieme a Sandra Mondaini, Ave Ninchi ed Alberto Bonucci con Un mandarino per Teo, tutte di Garinei e Giovannini), nel teatro di prosa recitando nel 1965 con Gianrico Tedeschi nella commedia Luv di Murray Schisgal, e nel 1966 con Renato Rascel ne La strana coppia di Neil Simon, e nel cinema di genere, al quale continua infaticabilmente a lavorare prendendo parte, tra gli altri, ai film del filone comico-giudiziario Un giorno in pretura (1953), Accadde al commissariato (1954), Accadde al penitenziario (1955); film dai quali, qualche anno più tardi, prenderà origine la cosiddetta commedia all'italiana.

Ancora in Australia nel 1966, durante le riprese del film "Sono strana gente" diretto da Michael Powell, Walter aveva conosciuto sul set l'attrice Alida Chelli ed aveva iniziato con lei una lunga e tempestosa storia d'amore fatta di litigi, riappacificamenti, separazioni e ricongiungimenti meticolosamente scanditi dalle copertine dei settimanali. Finalmente nel 1969, mentre Alida è impegnata nelle riprese dello sceneggiato televisivo Giocando a golf una mattina, riceve una telefonata da Sydney.

Alida Chelli e Walter ChiariAll'altro capo del filo c'è Walter, che nella città australiana stava girando il film Squeeze a Flower (mai distribuito in Italia), che le dice «Sono vestito da frate davanti a una fontana, se accetti di sposarmi mi ci butto dentro!».

Due giorni dopo le nozze vennero celebrate in una chiesa di Sydney, ma il matrimonio si preannunciò immediatamente irto di problemi dal momento che all'uscita della chiesa Walter venne "prelevato" dagli emissari della produzione che lo portarono ad un evento promozionale a cui doveva partecipare e di cui si era "dimenticato" (i ritardi e le "buche" agli appuntamenti erano una caratteristica dell'attore), per cui la povera sposa si trovò a dover tagliare da sola la torta nuziale.

I due divorziarono nel 1972, dopo meno di tre anni dalle nozze, ma anche in seguito Walter restò sempre in buoni rapporti con Alida e con il figlio Simone, attualmente presentatore televisivo su La7 e Mediaset

Il 20 maggio del 1970, mentre si sta recando negli studi radiofonici della RAI di Via Asiago per registrare una puntata del programma Speciale per voi condotto da Renzo Arbore, Walter Chiari viene tratto in arresto e associato al carcere di Regina Coeli. L'attore viene accusato di consumo e spaccio di cocaina da un piccolo delinquente, tale Guido Malmignati, e si ritrova nel vortice di uno scandalo, ingigantito dai media e dalla stampa dell'epoca, che coinvolge suo malgrado anche Lelio Luttazzi, completamente estraneo alla vicenda.

Walter Chiari resterà in carcere 70 giorni tra il maggio e l'agosto del 1970 (dove l'8 agosto viene a conoscenza della nascita del figlio Simone da un agente di custodia), e l'anno seguente viene processato, venendo prosciolto dall'accusa di spaccio e condannato con la condizionale per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale.
Tornato in libertà, ma emarginato dalla RAI e ignorato dai produttori teatrali, a Walter Chiari viene inaspettatamente data l'opportunità di tornare alla ribalta nell'estate del 1974 da Paolo Pillitteri, allora giovane assessore alla Cultura del Comune di Milano, che gli offre di partecipare ad una serata nell'ambito della serie di spettacoli Vacanze a Milano, patrocinati dall'amministrazione del capoluogo lombardo. Da quella sera, conclusasi con lunghe ovazioni e due bis, ha inizio per Walter la riconquista della sua professionalità.

Il ritorno in scena non fu scevro di polemiche. A Genova nel 1975, durante lo spettacolo Chiari di luna, in cui Walter reggeva la scena da solo per due ore, egli pronuncia una battuta che suonava come: "Quando fu appeso per i piedi a Piazzale Loreto, dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d'Italia avessero subito la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lorsignori!" scatenando dissensi e contestazioni tra il pubblico, al punto che le successive repliche dello spettacolo vengono disturbate da picchetti di dimostranti all'ingresso del teatro, mentre la stampa non tardò a manifestare a Chiari tutto il suo disappunto per la battuta qualunquista, velata di apologia del fascismo.

Nel 1978 torna al teatro leggero con la commedia di Paolo Mosca Hai mai provato nell'acqua calda? in cui ha come partner Ivana Monti. Nel 1982, sempre con la Monti, riporterà in scena "Il gufo e la gattina", curandone anche la regia teatrale.

Ma nell'estate del 1985 il suo nome viene nuovamente associato ad una vicenda giudiziaria. Viene infatti accusato insieme al cantautore Franco Califano dal camorrista "pentito" Giovanni Melluso (lo stesso accusatore di Enzo Tortora) di aver trattato l'acquisto di rilevanti partite di droga. Anche se questa volta Chiari viene prosciolto in istruttoria, per lui la vicenda è un altro duro colpo da sopportare.

Soltanto nel 1986 verrà riabilitato dal mondo dello spettacolo grazie al teatro di prosa, al quale ritorna interpretando il personaggio dell'avvocato Lattes in un adattamento de Gli amici di Arnold Wesker, ed al programma televisivo della RAI in sette puntate Storia di un altro italiano, biografia appassionata per la regia di Tatti Sanguineti. Nel 1986, nell'ambito delle celebrazioni per Firenze capitale europea della cultura, riprende la collaborazione con l'amico Renato Rascel con il quale interpreta Finale di partita di Samuel Beckett per la regia di Giuseppe Di Leva.
Nel 1990 interpreta il suo ultimo film, Tracce di vita amorosa di Peter Del Monte. Negli ultimi anni di vita dell’attore c’è stato un affettuoso riavvicinamento tra lo stesso Chiari e la città di Grottaglie di cui era originario il padre. Un riavvicinamento sancito, tra l’altro, da una memorabile serata tenuta dal grande artista presso il Quartiere delle Ceramiche. Dopo la sua morte Grottaglie ha voluto rinnovare questo ritrovato legame, ha dedicato a Chiari una strada ed ha celebrato diverse manifestazioni ed incontri in suo ricordo a cui ha partecipato anche il figlio dell'artista, Simone. L'evento è stato oggetto del documentario Il complesso di Walter diretto da Alfredo Traversa ed uscito nel 2006.

Nel dicembre del 1991 Walter Chiari si era recato al Teatro Manzoni per applaudire il collega ed amico Gino Bramieri. All'inizio di quello stesso mese era stato ricoverato all'Ospedale San Carlo di Milano per un piccolo intervento chirurgico, peraltro senza alcun problema, e pochi giorni dopo dimesso.

Il 20 dicembre Walter Chiari aveva in programma una cena con l’impresario teatrale Libero Zibelli, suo amico da oltre vent’anni, il quale non vedendolo arrivare chiamò la stanza 50 del residence Siloe di Via Cesari, dove l'attore viveva da solo da tre anni dopo essersi separato anche da Patrizia Caselli. Non ricevendo risposta Zibelli, allarmato, si recò presso il residence e sfondò la porta, trovando il povero Walter esanime sulla poltrona con gli occhiali sul naso e la televisione ancora accesa.

L'autopsia rivelò che la causa della morte fu un infarto. Per ironia della sorte, poche ore prima di morire si era sottoposto ad un check-up completo, risultato perfettamente regolare. I funerali di Walter Chiari si svolsero presso la Chiesa di San Pietro in Sala, in piazza Wagner, a due passi da quel Teatro Nazionale dove l’attore si esibiva spesso quando recitava a Milano, e vi partecipò una folla immensa che gli tributò un ultimo, lungo e scrosciante applauso. Sulla lapide dove riposa, presso il Cimitero Monumentale di Milano è incisa la battuta che a Dino Risi aveva confidato voleva fosse scritta: Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato.
 
Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
Estate 2010 a Salò: “Incontri con l’Autore”      
Scritto da Redazione   
lunedì 21 giugno 2010

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Ecco il calendario degli “Incontri con l’Autore”, organizzati dal Centro Studi Rsi e dal Comune di Salò e in programma per quest’estate sul lungolago di Salò:

4 agosto 2010, ore 21: "Deportato I57633 Voglia di non morire. La storia di Ferdinando Valletti deportato a Mauthausen che salvò la propria vita giocando a calcio con le SS" (documentario di Mauro Vittorio Quattrina).
11 agosto 2010, ore 21: "Istria-Quarnero-Dalmazia. Storia di una regione contesa dal 1976 alla fine del XX secolo" (di Marco Cuzzi, Guido Rumici, Roberto Spazzali, Editrice Goriziana, 2009).


18 agosto, ore 21: "Gargnano. I luoghi della Rsi" (di Bruno Festa, Acherdo, 2010).
1° settembre 2010, ore 21: "Storia di Alice. La Giovanna d'Arco di Mussolini" (di Gianni Scipione Rossi, Rubettino 2010).
8 settembre 2010, ore 21: "Gli Alleati e la Resistenza italiana" (di Tommaso Piffer, Il Mulino, 2010).
Ultimo aggiornamento ( lunedì 21 giugno 2010 )

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